WISHOPe: iniziativa conclusa. Grazie ai donatori!

Questa iniziativa si è conclusa ed è stata un successo grazie a tutti i nostri sostenitori. Il primo e-shop dove si puo’ fare un vero regalo direttamente a chi ne ha bisogno ha avuto numeri straordinari ma soprattutto ha donato un sorriso a persone meno fortunate.

46.825 € il valore dei regali acquistati

1.429 i sostenitori che hanno scelto di fare un regalo su WISHOPe

1.873 le persone in difficoltà che abbiamo aiutato

Guarda il video ed emozionati insieme a noi

 

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La Fondazione Il Fatto Quotidiano incontra Medici senza frontiere

A più di un mese dalla chiusura della raccolta fondi per sostenere Medici Senza Frontiere lanciata dalla nostra Fondazione (che ci ha permesso di destinare a cure urgenti una cifra considerevole, pari a 153.343,68 euro), vogliamo raccontarvi com’è la situazione oggi a Gaza e come sono stati impegnati i fondi raccolti

E’ stata scelta la giornata del 12 dicembre in quanto Giornata Mondiale della Copertura Sanitaria Universale e mai come ora, con la situazione ancora aperta della guerra israelo-palestinese, il problema della copertura sanitaria e dell’emergenza conseguente ai conflitti è in primo piano.

Ti invitiamo, quindi, a vedere l’incontro del 12 Dicembre per conoscere da vicino l’intervento e l’impegno di Medici Senza Frontiere che continua ad operare per salvare vite umane in condizioni drammatiche. 

Saluti iniziali di Cinzia Monteverdi (Presidente Fondazione Il Fatto Quotidiano)

Intervengono:

Elda Baggio (vice presidente di Medici Senza Frontiere Italia)

Gad Lerner (giornalista e saggista)

Maddalena Oliva (vicedirettrice de il Fatto Quotidiano)

Le vostre donazioni restano essenziali per assicurare garze, antibiotici, anestetici, kit per la chirurgia, medicinali e tutto ciò che serve ai medici e agli infermieri che si trovano in prima linea negli ospedali di Gaza.

Se vuoi, puoi ancora donare qui: www.msf.it/fondazionefq 

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Fai un regalo oggi e cambia il domani di qualcun altro

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Dall’unione delle forze di tecnologia, aziende, fondazioni e primarie organizzazioni, nasce WISHOPe la piattaforma per donare un regalo di Natale ai più fragili.

Tinaba e la Fondazione il Fatto Quotidiano, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana – Comitato di Milano, Pane Quotidiano, City Angels, Portofranco e diverse aziende leader nella distribuzione di beni di consumo – Migross, Ydeo, Bitre, Beat2020 – sono orgogliosi di annunciare il lancio di una iniziativa di raccolta fondi natalizia unica nel suo genere.

WISHOPe è il primo e-shop per donare un regalo di Natale direttamente ai più fragili.

Invece di donazioni in denaro, il progetto consente a chiunque di fare un regalo di Natale direttamente alle persone in difficoltà. Grazie alla generosa collaborazione delle aziende partner, che forniranno i prodotti a prezzo di fabbrica, sarà possibile donare un giocattolo a un bimbo, uno zaino ad un ragazzo, un pacco alimentare ad una famiglia, una coperta e indumenti caldi a un senza tetto, personalizzandolo con un proprio messaggio di auguri. In questo modo i donatori potranno far arrivare ai destinatari un dono fisico facendoli così sentire parte della propria famiglia.

Croce Rossa Milano, Portofranco, Pane Quotidiano e City Angels, conosciute per il loro impegno costante nei confronti dei più fragili, hanno dato la loro disponibilità a coordinare tramite le loro organizzazioni e volontari la distribuzione dei regali direttamente ai destinatari. L’iniziativa interesserà alcune principali città e tutto il territorio nazionale.

“Fare un regalo vero a persone in difficoltà tramite un e-shop dedicato alla solidarietà senza costi o commissioni implicite, con il contributo di così tante aziende, organizzazioni e persone è un modo nuovo e fantastico di rafforzare il legame tra la comunità e coloro che si trovano in una situazione di bisogno” ha dichiarato Matteo Arpe, Presidente di Tinaba.

“Ogni regalo donato attraverso questa iniziativa rappresenta un gesto di amore e speranza per chi affronta difficoltà durante le festività” dice Cinzia Monteverdi, Presidente della Fondazione il Fatto Quotidiano.

L’e-shop è disponibile dal 24 Novembre per gli acquisti sul sito: https://wishope.tinaba.it

Gli acquirenti dei doni potranno scegliere a chi fare il proprio regalo di Natale e il messaggio di auguri optando tra i principali sistemi di pagamento in uso. Tutti i sostenitori riceveranno una testimonianza diretta della consegna dei regali, oltre a un badge di partecipazione all’iniziativa.

 

 

 

Le donazioni sono gestite in modo trasparente e sicuro grazie alla collaborazione con Tinaba, piattaforma fintech aperta a tutti i sistemi di pagamento, caratterizzata da una grande semplicità d’uso.

Un partner tecnologico e strategico che non prevede alcun costo di gestione, né commissioni. Con Tinaba, ogni euro donato è un euro che arriva per intero al destinatario della raccolta.

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A Gaza nessun luogo è sicuro: obbiettivo raggiunto! Grazie ai donatori.

La guerra continua, la situazione oggi a Gaza è catastrofica. Gli ospedali e le cliniche che funzionano sono sopraffatti. Non potevamo con la nostra Fondazione umanitaria non fare nulla.

La nostra raccolta fondi per dare una mano a quei medici che stanno tentando disperatamente di salvare vite umane ha raggiunto una cifra considerevole pari a 153.343,68 euro.

La sensibilità e l’attenzione della nostra comunità ancora una volta si sono dimostrate una certezza in questi giorni drammatici. La vostra generosità è un sostegno prezioso per Medici Senza Frontiere, i soli rimasti fra le realtà organizzate a operare in condizioni terribili.

“Le vostre donazioni si trasformeranno in garze, antibiotici, anestetici, kit per la chirurgia, medicinali e tutto ciò che serve ai medici e agli infermieri che si trovano in prima linea negli ospedali di Gaza. Il vostro sostegno ci aiuterà a mandare una nuova squadra di personale medico in sostituzione di chi da troppi giorni si trova a fronteggiare le emergenze nel territorio di guerra. Ci avete riempito di donazioni e di affetto, lo sapevamo ma sperimentarlo direttamente quando c’è un bisogno così alto è tutt’altra cosa, ci riempie di gioia.
Grazie a tutti i lettori e lettrici della comunità del Fatto Quotidiano”

LAURA PERROTTA
(Direttrice raccolta fondi Medici Senza Frontiere)

La Fondazione il Fatto Quotidiano ha scelto di affiancare Medici Senza Frontiere, i soli rimasti fra le realtà organizzate a operare in condizioni terribili. Ci consola sapere dell’esistenza di queste meravigliose realtà fatte di persone coraggiose che rischiano la loro vita e in più sono costrette a toccare con mano sofferenze atroci. Vedere e operare corpi martoriati, compresi quelli di bambini innocenti, non è certamente impresa facile. 

Grazie ancora per il vostro sostegno.

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A Gaza nessun luogo è sicuro: aiutiamo Medici Senza Frontiere in questi giorni drammatici.

Wounded Palestinians at the al-Shifa hospital, following Israeli airstrikes, in Gaza City, central Gaza Strip, Tuesday, Oct. 17, 2023. (AP Photo/Abed Khaled)

Un’altra catastrofe. E’ come se il mondo stesse implodendo. Guerra
chiama guerra. Certo la striscia di Gaza è luogo da tempo di conflitti e di vite spezzate. Non è una sorpresa sapere l’esistenza di Hamas, come sapere delle condizioni in cui vivono i Palestinesi in quei luoghi.
L’attacco terroristico ai giovani israeliani durante una festa, e gli orrori che
abbiamo visto e di cui siamo venuti a conoscenza hanno scioccato il mondo.

Non potevamo con la nostra Fondazione umanitaria non fare nulla.
Abbiamo scelto Medici Senza Frontiere, i soli rimasti fra le realtà organizzate adoperare in condizioni terribili.

Ci consola sapere l’esistenza di queste meravigliose realtà fatte di persone coraggiose che rischiano la loro vita e in più sono costretti a toccare con mano sofferenze atroci. Vedere e operare corpi martoriati compresi quelli di bambini innocenti non è certamente impresa facile.

Comunque la si pensi sulla questione Israele e Palestina, comunque si
interpretino le vicende storiche, nessuno di noi vorrebbe vedere persone morire così brutalmente che siano Israeliani che siano Palestinesi.  

E’ un concetto molto semplice alla base dell’essere umano. Eppure ci tocca vedere persino gli ospedali colpiti. Giusto per dare il colpo finale a chi c’è dentro. Come possiamo pensare al futuro del clima nel pianeta, all’ambiente, alla sostenibilità alimentare, se l’uomo non smette di fare la guerra.

Oggi parte la nostra raccolta fondi per dare una mano a quei medici eroi che stanno tentando disperatamente di salvare vite umane contando come sempre sulla sensibilità e fiducia dei nostri lettori e sulla consapevolezza che Medici Senza Frontiere farà di tutto per compiere miracoli all’inferno.

GUERRA A GAZA

Raccolta fondi per sostenere Medici Senza Frontiere

La Fondazione Il Fatto Quotidiano in queste ore drammatiche sostiene Medici Senza Frontiere. La raccolta fondi ha l’obiettivo di portare cure ai feriti e reperire forniture mediche a chi sta operando in condizioni estreme per salvare vite umane.

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Le donazioni sono gestite in modo trasparente e sicuro grazie alla collaborazione con Tinaba, piattaforma fintech aperta a tutti i sistemi di pagamento, caratterizzata da una grande semplicità d’uso.

Un partner tecnologico e strategico che non prevede alcun costo di gestione, né commissioni. Con Tinaba, ogni euro donato è un euro che arriva per intero al destinatario della raccolta.

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Due lettori del Fatto han donato 2.500 libri per ragazzi

I coniugi di Pinerolo Manlio Leggieri e Andreina Baj hanno donato 2.500 libri per i ragazzi di Secondigliano. “Volevamo far qualcosa per promuovere la cultura e valorizzare la nostra collezione di libri, ci siamo rivolti alla Fondazione del Fatto, giornale al quale siamo abbonati per trovare a chi destinare una parte”.

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A luglio ricevo una telefonata. Dall’altra parte del cellulare, in vivavoce, ci sono marito e moglie da Pinerolo, in provincia di Torino. Sono due lettori del Fatto, grazie al quale, negli ultimi anni, hanno conosciuto le attività che io e altri volontari portiamo avanti a Secondigliano e, per questo, vogliono donarci 2.500 libri per ragazzi. La gratitudine è enorme, ma la sorpresa no: non è la prima volta che i lettori di questo giornale dimostrano grande generosità nei confronti dei giovani del nostro quartiere. Dal signor Gigino, che dalla provincia di Salerno ha coinvolto i nostri ragazzi in un torneo di calcio con le giovanili di squadre professionistiche, ai tantissimi lettori che hanno sostenuto economicamente, attraverso la raccolta fondi della Fondazione FQ, la riqualificazione di un campetto pubblico in quello che un tempo era il fortino del clan Di Lauro. Senza dimenticare il proprietario della Vuolo Group, azienda che si occupa di carpenterie metalliche e che si è offerta di riqualificare la struttura del campetto, senza un euro in cambio. La notizia che qualcuno dall’altra parte d’Italia decida di donare metà della propria biblioteca a noi (l’altra metà è andata a una struttura pubblica emiliana colpita dall’alluvione) mi riempie d’orgoglio e dimostra che alcuni giornali – sempre meno, purtroppo – hanno ancora una funzione sociale che restituisce quel senso di collettività che pare essersi smarrito sotto una coltre di scemenze. È per questo che, con grande gioia e riconoscenza, ci tengo a ringraziare il Fatto e i suoi lettori, per aver segnato una svolta incredibile nella nostra piccola comunità. Da quando la vicedirettrice Maddalena Oliva ha raccontato della nostra realtà per FQ Millennium nel 2021, abbiamo visto arrivare a Secondigliano le istituzioni che qui non avevano mai messo piede, se non con indosso una divisa, e abbiamo potuto realizzare eventi e progetti come quello della riqualificazione del campo da calcio che mai, in 10 anni di attività, avremmo potuto anche pensare. Ora che l’inaugurazione del campo è prevista tra circa un mese, vorrei che i sostenitori e i lettori del Fatto lo visitassero. Sarà un testimone tangibile del potere della collaborazione nella creazione di un mondo migliore. In un momento in cui la cronaca ci restituisce solo la gioventù violenta napoletana, questa è una notizia straordinaria da condividere.

Vincenzo Strino, presidente LARSEC e ASD-Secondigliano

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Come un fiore: le campagne screening possono salvare la vita

Ersilia Sabatelli, 62 anni, campana della provincia di Avellino, deve la vita a uno screening. È la figlia Stefania Iovino a ripercorrere le tappe, da quando il 22 luglio di quest’anno gli accertamenti di routine (una mammografia e una ecografia, poi seguite da una biopsia effettuata al Policlinico Gemelli di Roma) non hanno rilevato un nodulo di due centimetri: un carcinoma. “Mia nonna e la mia bisnonna materne sono morte a causa di un tumore all’utero – spiega Stefania -. C’è una familiarità che da anni ci porta entrambe, sia io sia mia madre, a partecipare a campagne di prevenzione contro i carcinomi femminili. Il medico che ha eseguito i primi esami si è accorto subito che qualcosa non andava, che quel nodulo, difficilmente rilevabile con la palpazione, era sospetto. Fortunatamente l’abbiamo preso in tempo e non è un tumore molto aggressivo. Mia madre è una donna molto forte. Per me e per mio padre è stato uno choc, lei invece sta affrontando tutto con grande coraggio. Mi dice: andiamo avanti, non vedo l’ora di ricominciare a vivere”.

All’inizio non le sembrava vero, non credeva che a lei potesse succedere. Simona Orlandi Posti, 51 anni, romana, collaboratrice di un europarlamentare, ha scoperto di avere un carcinoma al seno nel 2019, durante una delle “Giornate della Prevenzione” organizzate da Komen Italia, l’organizzazione non profit in prima linea nella lotta ai tumori del seno fondata in Italia nel 2000 dal prof. Riccardo Masetti, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Senologica e del Centro di Senologia del Policlinico Gemelli di Roma. Simona è una di quelle 56mila donne che ogni anno in Italia ricevono quella diagnosi. È salita su una delle “Carovane della Prevenzione”, a Roma, e si è ritrovata a fare mammografia, ecografia al seno… quasi per caso. Non pensava di poter rischiare di avere un cancro. E, invece, il sospetto di quel medico sul camper “in rosa” le viene confermato pochi giorni dopo dalla biopsia. “Il tumore aveva già aggredito un linfonodo – ricorda Simona – ma tutta la ‘macchina’ si è attivata subito: mi hanno operata per asportarlo, e poi ho dovuto sottopormi a quattro cicli di chemioterapia. Quella campagna di prevenzione mi ha salvato la vita: con solo tre o quattro mesi ‘di ritardo’ il carcinoma sarebbe stato scoperto a uno stadio troppo avanzato… I medici mi hanno aiutata ad affrontare la malattia passo dopo passo. Oggi mi sottopongo a controlli ogni tre mesi e sarà così per i prossimi due anni. Dopo, per altri cinque anni, basteranno una volta ogni dodici mesi”.

di Natascia Ronchetti

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SE NON HAI ANCORA DONATO, FALLO ORA!

    Raccolta fondi per la Carovana della Prevenzione

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Come un fiore: supportiamo la diagnosi precoce del tumore al seno

Unità mobili della “Carovana della Prevenzione”

Nel mondo, il tumore del seno è la neoplasia più diagnosticata tra le donne, con oltre 1,6 milioni di casi ogni anno. In Europa si contano 464.000 nuovi casi ogni anno. In Italia si registrano annualmente oltre 56.000 nuovi casi.

La mortalità nei paesi occidentali è progressivamente diminuita negli ultimi 25 anni e i tassi di cura sono oggi piuttosto elevati (oltre il 90% di guarigioni quando la malattia viene scoperta in fase iniziale). Ma il tumore del seno resta comunque la principale causa di morte per cancro della popolazione femminile mondiale e si stima che entro il 2025, nel mondo, quasi 6 milioni di donne moriranno per questa malattia.

La prevenzione, nelle sue varie declinazioni, è uno strumento molto efficace che ogni donna può usare per proteggere la propria salute. Con riferimento ai tumori del seno, la prevenzione aiuta infatti a rendere meno severo l’impatto sociale e sanitario di questa malattia.

Abbiamo aperto la nostra festa annuale del Fatto Quotidiano 2023 con la proiezione di un cortometraggio di Benedicta Boccoli sul tema intitolato “Come un fiore” (guarda il video), per sensibilizzare su questa terribile malattia che ancora oggi colpisce tante donne e per cui il concetto di prevenzione è davvero la svolta che può salvare una vita.

Per questo motivo abbiamo deciso di supportare con questa iniziativa Komen , organizzazione in prima linea nella lotta ai tumori del seno su tutto il territorio nazionale con una raccolta fondi per raggiungere con le Unità mobili della “Carovana della Prevenzione” tre città italiane in: Piemonte, Lazio e Calabria.

La Carovana della Prevenzione è il Programma Nazionale Itinerante di Promozione della Salute Femminile di Komen Italia che offre ad un pubblico sempre più ampio attività gratuite di sensibilizzazione e prevenzione delle principali patologie oncologiche di genere.
In particolare, la Carovana della Prevenzione si rivolge a donne che vivono in condizioni di disagio sociale ed economico e che per questo dedicano meno attenzione alla propria salute.
La Carovana della Prevenzione ha svolto oltre 700 “Giornate di Promozione della Salute Femminile” in 17 regioni italiane, offrendo oltre 50.000 prestazioni mediche gratuite in luoghi e realtà dove la prevenzione arriva con molta più difficoltà.
Le Unità Mobili operano con personale sanitario specializzato della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli e volontari di Komen Italia, anche affiancati da enti locali, istituzioni cliniche territoriali e associazioni non profit che collaborano al progetto.
In particolare la Fondazione Il Fatto Quotidiano, consentirà ad alcune delle sei Unità Mobili della Carovana della Prevenzione di raggiungere nuove città al nord, al centro e al sud d’Italia per offrire in modo totalmente gratuito tutti gli esami di diagnostica senologica clinica e strumentale per la diagnosi precoce dei tumori del seno.

La prevenzione è la migliore cura che ci possa essere!

 

Borsa 1: Carovana della Prevenzione in Piemonte

Obiettivo: effettuare visite gratuite in Piemonte

La Fondazione supporta Komen Italia mandando in Piemonte la Carovana della prevenzione per visite gratuite di diagnosi precoce di tumore al seno.

 

DONA UN CONTRIBUTO
Borsa 2: Carovana della prevenzione nel Lazio

Obiettivo: effettuare visite gratuite nel Lazio

La Fondazione supporta Komen Italia mandando nel Lazio la Carovana della prevenzione per visite gratuite di diagnosi precoce di tumore al seno.

DONA UN CONTRIBUTO
Borsa 3: Carovana della prevenzione in Calabria

Obiettivo: effettuare visite gratuite in Calabria

La Fondazione supporta Komen Italia mandando in Calabria la Carovana della prevenzione per visite gratuite di diagnosi precoce di tumore al seno.

DONA UN CONTRIBUTO

Le donazioni sono gestite in modo trasparente e sicuro grazie alla collaborazione con Tinaba, piattaforma fintech aperta a tutti i sistemi di pagamento, caratterizzata da una grande semplicità d’uso.

Un partner tecnologico e strategico che non prevede alcun costo di gestione, né commissioni. Con Tinaba, ogni euro donato è un euro che arriva per intero al destinatario della raccolta.

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Un calcio a Gomorra: obiettivo raggiunto! Grazie ai donatori

Ha raggiunto il suo obiettivo la raccolta fondi portata avanti in questi mesi dalla nostra Fondazione insieme all’Associazione Sportiva Dilettantistica Secondigliano. La riqualificazione del campetto di calcio Emilia Laudati può finalmente partire: un progetto per combattere l’abbandono scolastico, allontanare i ragazzi dalla strada e interrompere la spirale della criminalità.

Il presidente Vincenzo Strino: “Siamo felici! Finalmente possiamo tornare a fare attività con i ragazzi in questo luogo simbolo di Secondigliano. Grazie infinite a tutti gli amici del Fatto e alla Fondazione Il Fatto Quotidiano. È solo con il vostro supporto che tutto ciò è potuto avvenire.

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Insieme per l’Emilia: obiettivo raggiunto! Grazie ai donatori

Raccolti in tempi record 30.000 euro per l’ultima iniziativa umanitaria lanciata mercoledì scorso in favore delle comunità dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione. La campagna, promossa a sostegno delle attività dell’associazione di Ravenna “Cuore e Territorio”, ha così raggiunto l’obiettivo.

Il presidente Giovanni Morgese: “Grazie infinite a tutti gli amici del Fatto. Permetteranno di far arrivare aiuti concreti con cui ricostruiremo le nostre città”.

Non possiamo che unirci anche noi ai ringraziamenti ai nostri donatori.
Grazie dalla Fondazione il Fatto Quotidiano!

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Alluvione in Emilia Romagna: diamo un sostegno concreto a chi ha perso tutto

Volontari al lavoro nel comune di Cesena, 24 maggio 2023 — Foto LaPresse, Sara Sonnessa

Per dare un supporto concreto all’emergenza alluvionale in Romagna, la Fondazione Il Fatto Quotidiano e l’associazione ravennate Cuore e Territorio hanno avviato una raccolta fondi per reperire beni di prima necessità per gli sfollati e sostenere i servizi di assistenza in favore di famiglie e persone fragili, la cui condizione è aggravata dall’inondazione.

Oggi, la maggioranza delle persone è rientrata nelle proprie abitazioni, ma la situazione è ancora drammatica. Servono generi di prima necessità: non solo cibo, ma anche vestiti, soprattutto per i bambini.

Alcuni paesi sono ancora in condizioni fortemente critiche. A Conselice, tuttora allagata, l’acqua è stagnante, con gravi rischi sanitari. Molte strade sono ancora bloccate dai materiali travolti dall’acqua, diventati rifiuti maleodoranti con l’esposizione al sole.

Molte persone hanno perso tutto. Il loro primo pensiero è ricostruire. Aiutiamole con un sostegno economico.

GUERRA A GAZA

Raccolta fondi per sostenere l’assistenza alle comunità emiliane

La Fondazione Il Fatto Quotidiano intende supportare l’associazione ravennate Cuore e Territorio con una raccolta fondi per reperire beni di prima necessità per gli sfollati e sostenere i servizi di assistenza in favore di famiglie fragili, la cui condizione è aggravata dall’emergenza alluvione.

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L’iniziativa di un lettore del Fatto per dare “Un calcio a Gomorra”

Luigi Aliberti, 78 anni, malato di Sla, ha indetto con la sua società sportiva una competizione under 14 in 4 paesini del Salernitano, per supportare la raccolta fondi in favore del rione Fiori

Al bar Sport di Siano (Salerno) tra un caffè e un bitter si può sfogliare una copia del giorno del Fatto quotidiano. La famiglia Aliberti l’acquista ogni giorno e la mette a disposizione dei loro clienti da una dozzina d’anni. “Siamo abbonati dal 2010, è una delle poche voci libere, forse l’unica. Amiamo la schiettezza del linguaggio, che non è solo di denuncia, ma propone cose da fare affinché il Paese migliori”, ci dice con un filo di voce Luigi Aliberti, 78 anni, spesso costretto su una sedia a rotelle dalla Sla e “dirigente sportivo da quando sono nato”. Aliberti, nonostante i suoi problemi di salute, grazie a un cellulare sempre bollente e una tenacia senza limiti continua ad essere il patron e il factotum della scuola calcio “ASD Valle dell’Orco Academy” di Castel San Giorgio (Salerno), un paese di 13mila abitanti al confine tra la provincia salernitana e l’Irpinia. La sua Academy insegna calcio a 71 ragazzini, da crescere tra la passione per il pallone e l’attenzione e l’aiuto verso i meno fortunati.

La premessa è necessaria. È la scintilla del fuoco di solidarietà che si è acceso e che raccontiamo. Infatti è leggendo il Fatto, leggendo il nostro reportage pubblicato a gennaio, che Aliberti ha deciso di mobilitare la sua scuola calcio per dare una mano al progetto “Un Calcio a Gomorra”, la raccolta fondi promossa dalla Fondazione Fatto quotidiano per riqualificare il campetto Emilia Laudati a Secondigliano, Napoli, e permettere così ai ragazzini del quartiere di tornare a giocare, proprio a pochi metri dall’ex fortino del clan Di Lauro. Una raccolta che sta proseguendo tra slanci di generosità sorprendenti, come quello della ditta Vuolo che nei giorni scorsi ha spedito alla Fondazione una lettera con la quale si impegna a contribuire a uno delle due raccolte accese, quella che prevede l’acquisto di recinzioni, porte, illuminazioni…

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Raccolta fondi per manto in erba artificiale


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8 marzo: quattro squadre femminili in campo per il rione Fiori

È nel cuore della periferia di Napoli, a Secondigliano, che nel giorno della Festa della Donna l’associazione sportiva dilettantistica ASD-Secondigliano ha promosso il torneo di calcetto “Diamo un calcio agli stereotipi“. In campo quattro squadre femminili. Una composta dalle ragazze iscritte all’Asd, un’altra dalle loro madri e la terza dalle atlete della società sportiva Napoli femminile, che milita in serie B. Infine la quarta costituita da “Prime minister”, scuola di politica per giovani donne.

Un torneo benefico voluto dall’ASD, con il sostegno di Round Table, associazione napoletana di giovani filantropi, per mettere in rete, creare comunità e promuovere la raccolta fondi “Un calcio a Gomorra”, il progetto sostenuto dalla Fondazione Fatto Quotidiano, in collaborazione con la stessa Asd. L’obiettivo è quello di riqualificare il campo da calcio a cinque in disuso che si trova all’interno del parco Emilia Laudati, area di 28mila metri quadrati da anni in stato di abbandono, in un quartiere, Secondigliano, che da solo fa 50mila abitanti ma non ha una vera e propria struttura pubblica funzionante che possa essere per i giovani un’alternativa alla strada.

Qui un ragazzo su due non termina la scuola d’obbligo e finisce col popolare il mondo del lavoro nero, se non direttamente quello della criminalità organizzata che porta la maggior parte di queste “giovani leve” o al carcere o alla morte. Il campo che la Fondazione Il Fatto quotidiano, assieme all’Asd Secondigliano, vuole restituire al quartiere sorge proprio a due passi dallo storico Rione dei Fiori, chiamato anche “Terzo Mondo”, famoso per essere stato il fortino dello storico clan Di Lauro che ha ispirato la penna di Roberto Saviano per la sua “Gomorra”: un tempo la piazza di spaccio a cielo aperto più grande d’Europa.

L’obiettivo del progetto “Un calcio a Gomorra” è raccogliere 47 mila euro, attraverso due “borse”: una per il manto erboso e una per l’acquisto di porte e recinzioni. Per restituire ai bambini e ai giovani di Secondigliano un luogo dove giocare e ritrovarsi, grazie a un “patto di cittadinanza” con le famiglie. L’associazione Asd, infatti, garantisce due allenamenti alla settimana, ma anche attività laboratoriali e un doposcuola, pagando una quota di 10 euro all’anno. Chiede però una contropartita. I ragazzi devono frequentare la scuola dell’obbligo e avere un buon rendimento. “Oggi – spiega il presidente di Asd, Vincenzo Strino – abbiamo una ottantina di iscritti. I più piccoli, con una età compresa tra i 7 e i 14 anni, sono 60. Al momento sono tutti molto stimolati: studiano e si impegnano”. Ma, in assenza di un campo, gli allenamenti si tengono negli oratori di due parrocchie.

Il progetto “Un calcio a Gomorra” ha raggiunto finora un terzo dell’obiettivo della raccolta fondi. Le iniziative come il torneo femminile organizzato per l’8 marzo nascono proprio per sostenere questi ragazzi nel sogno di riavere un campo da calcio. “Studia, partecipa, gioca”: aiuta anche tu l’Asd Secondigliano e il progetto della Fondazione Il Fatto Quotidiano.

di Natascia Ronchetti


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Su Rai3, un servizio sul progetto Secondigliano della nostra Fondazione

“Qualcuno ha detto che la storia del calcio si riscrive ogni volta che un bambino rincorre un pallone, quella che qui si vuole riscrivere è la storia di un quartiere intero”. Le telecamere del servizio pubblico sul campetto Emilia Laudati

Il servizio di Marcella Maresca sul progetto Secondigliano ASD, TGR Mezzogiorno Italia del 18.02.2023, a cura del TGR Rai della Campania.

Per riscrivere la storia di quello che tutti a Napoli chiamano “Terzo mondo” non serve un miracolo, bastano uno spazio pubblico di cui riappropriarsi e lo stimolo e il sostegno all’impegno scolastico, in un quartiere – Secondigliano, periferia della periferia di Napoli – dove un bambino su tre abbandona gli studi e dove il fatto di crescere per strada rende anche i più piccoli facili prede per la criminalità.

Per questo è nata l’ASD Secondigliano, l’Associazione Sportiva Dilettantistica Secondigliano, insieme al progetto di riqualificazione del campetto di calcio Emilia Laudati che la Fondazione il Fatto Quotidiano ha deciso di promuovere.

Il motto è “studia, partecipa, gioca”: all’ASD Secondigliano possono iscriversi tutti i bambini del quartiere pagando una quota simbolica di 10 euro l’anno. Ma è la pagella a dire se si può scendere in campo. Chi non prende buoni voti non gioca e allora a entrare in squadra sono gli educatori dell’ASD che aiutano con il doposcuola i bambini che devono recuperare. È il “patto di cittadinanza” che lega le famiglie ai ragazzi dell’associazione.

Le telecamere del servizio pubblico, in un servizio andato in onda nello speciale “Mezzogiorno Italia” su Rai3 a firma di Marcella Maresca, sono andate a raccontare tutto questo, intervistando Vincenzo Strino, presidente dell’ASD e dell’associazione Larsec, l’unica attiva in tutta Secondigliano, insieme alle mamme, ai bambini e agli educatori che ogni giorno cercano di combattere la dispersione scolastica in un quartiere di frontiera.

Per realizzare tutto questo occorrono 47.160 euro. Con il supporto della Fondazione il Fatto Quotidiano, la Secondigliano ASD ne ha già raccolti 14.000, ma non bastano. Serve il tuo contributo per completare la raccolta fondi e aiutare i bambini di Secondigliano a scegliere chi essere, chi diventare. Senza avere il destino segnato, solo perché nati con un determinato cognome, o in un determinato quartiere.


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Un calcio a Gomorra: riapriamo il campetto Emilia Laudati di Secondigliano

Un progetto di riqualificazione urbana e sociale per combattere l’abbandono scolastico, allontanare i ragazzi dalla strada e interrompere la spirale della criminalità

Se guardi Gomorra pensi a Scampia. Eppure, come diceva un vecchio boss, “a Napoli non si faceva un illecito se non era d’accordo Secondigliano”. Secondigliano è periferia della periferia di Napoli, come dicono molti dei suoi 45 mila abitanti. È stata per anni la storica roccaforte della famiglia Di Lauro, che ha ispirato la penna di Roberto Saviano e che continua a essere egemone in un crocevia affollato di clan. Proprio a pochi metri da dove nacque il capostipite Paolo Di Lauro detto Ciruzzo ‘o milionario, oggi in carcere al 41-bis come molti dei suoi figli e dei suoi sodali, sorge il complesso di case del rione dei Fiori che a Napoli tutti chiamano “Terzo mondo”, un tempo la piazza di spaccio a cielo aperto più grande d’Europa. È qui che l’Associazione Sportiva Dilentattistica Secondigliano vuole poter dare nuova vita al campetto di calcio del Parco Emilia Laudati, oggi abbandonato. Il campetto è lo stesso dove Vincenzo Strino, 36 anni, presidente dell’ASD Secondigliano e dell’associazione Larsec, ha giocato da bambino. Molti dei suoi compagni di calcetto, quelli con cui ogni sera si salutava al grido “oh, domani partitella!” non ci sono più: o morti ammazzati come boss, a 20 anni, o in carcere.

Qui un ragazzo su due abbandona gli studi, uno su tre vive in una situazione di povertà relativa. E se cresci per strada è difficile non avere il destino segnato. “Togliere i bambini della strada è il nostro obiettivo”, spiega Vincenzo Strino. “Alcuni li perderemo, perché non si può fermare il mare con le mani… Ma se riusciamo a salvarne anche solo uno sarà una goccia, la nostra piccola goccia”.

Voler riqualificare il campetto da calcio Emilia Laudati significa permettere ai ragazzi e alle ragazze di stare insieme ed essere seguiti da educatori-allenatori, secondo i valori della legalità e della cultura sportiva portati avanti dall’ASD Secondigliano e secondo il “patto di cittadinanza” che l’associazione chiede di sottoscrivere alle famiglie. Il motto è “studia, partecipa, gioca”: per combattere la dispersione scolastica, è possibile iscrivere i ragazzi alla scuola calcio dell’ASD Secondigliano e seguire due allenamenti alla settimana, più una serie di attività laboratoriali nell’anno studiate assieme alle scuole e alle parrocchie del territorio, pagando una quota di 10 euro all’anno, ma solo se si frequenta la scuola dell’obbligo e se si ha un buon rendimento. L’associazione mette a disposizione anche la possibilità di seguire i ragazzi con il doposcuola e dei corsi di recupero.

Liberi di scegliere chi essere, chi diventare. Senza avere il destino segnato, solo perché si è nati con un determinato cognome, o in un determinato quartiere.

RACCOLTA #1 | 26.730 EURO

Raccolta fondi per manto in erba artificiale

La Fondazione il Fatto Quotidiano vuole supportare
il progetto di riqualificazione del campetto da calcio
Emilia Laudati raccogliendo i fondi necessari per:
– la fornitura e posa in opera di un manto in erba artificiale, drenante, anti-abrasivo ed estremamente resistente all’usura. 990 m² di copertura ecologica, inodore, atossica.

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RACCOLTA #2 | 20.430 EURO

Raccolta fondi per porte da gioco e recinzioni esterne

La Fondazione il Fatto Quotidiano vuole supportare
il progetto di riqualificazione del campetto da calcio
Emilia Laudati raccogliendo i fondi necessari per:
– la rimozione delle recinzioni perimetrali esistenti;
– la fornitura e posa in opera di una nuova recinzione perimetrale, di un cancello d’ingresso pedonale e di una coppia di porte da gioco;
– il restauro delle strutture recuperabili (i pali portanti dell’impianto sportivo e la voliera di copertura).

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